lunedì 5 novembre 2018

MANO-OCCHIO: come l'Arteterapia migliora la coordinazione

Sappiamo tutti quanto i bambini di oggi si muovano in maniera agevole nel vasto cybermondo. Ormai qualunque bambino appena capace di tenere in mano un oggetto è venuto a contatto con un telefono, un tablet, o qualunque altro dispositivo multimediale. Siamo tutti consapevoli di come questi stimoli sviluppino alcune delle loro funzioni: ci stupiamo continuamente della facilità con cui riescano ad interfacciarsi con il touch screen e con tutte le funzioni del device riuscendo da subito a capire come muoversi senza che nessuno debba spiegarlo loro. Si può supporre che questo accada perché questi dispositivi sono molto intuitivi da usare, perciò il linguaggio che usano si sposa perfettamente con il modo di pensare. Ma avere tutto il mondo racchiuso in un rettangolo può avere molti effetti. La stimolazione di immagini e suoni raggruppati in così poco spazio fa si che la persona che ne fa uso subisca un vero e proprio bombardamento. Così all'esterno tutto diventa così noioso e deprimente che si è portati a non staccarsi mai, per esempio, dal telefono. Una vera e propria dipendenza, come quella causata da una qualsiasi altra droga (anche se socialmente più accettabile).
Lasciamo perdere per il momento i risvolti sociali che tutto questo comporta e torniamo ai nostri bambini. Per loro le conseguenze sono molto più importanti.
Il loro sviluppo è fortemente compromesso dal momento che avendo tutto quello che vogliono fra le mani perdono interesse ad esplorare, toccare ed assaggiare tutto quello che li circonda. Per questo motivo si incorre sempre più spesso in casi di disturbi psicomotori nei bambini in fase di crescita, che portano a loro volta a difficoltà nell'apprendimento. La percezione dello spazio diventa fortemente limitata e la coordinazione mano-occhio ne subisce le conseguenze. In questo contesto l'Arteterapia può essere utilizzata come strumento per favorire l'incremento delle capacità visive e manuali e la loro interazione. Il bambino, durante il laboratorio, si trova ad osservare, toccare ed interagire su qualcosa di tridimensionale. Inoltre assume una postura in relazione all'oggetto al quale sta lavorando, generando una relazione tra il manufatto ed il proprio corpo. Il concetto di spazio diventa così molto più concreto e tangibile, ed allo stesso tempo gli arti imparano a muoversi liberamente per creare, plasmare, dare una forma materiale a ciò che l'occhio osserva.

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