Vi siete mai fermati ad osservare attentamente i disegni dei vostri figli o nipoti? i disegni dei bambini hanno sempre molte cose interessanti da raccontare. La prima cosa che notiamo è il soggetto. Di solito il bambino rappresenta qualcosa che lo ha colpito: tutto si sviluppa attorno ad una vicenda o un soggetto principale.
Di solito questo ha dimensioni maggiori. Se le dimensioni invece sono ben proporzionate tra loro, e tutti gli oggetti e personaggi ricoprono più o meno lo stesso spazio è possibile che il bambino si senta poco stimolato dall'ambiente che lo circonda, che la sua partecipazione sia scarsa o che possa percepire la mancanza di un legame emotivo tra gli oggetti o le persone che rappresenta. Il soggetto principale della storia, però, si distingue non solo per le dimensioni, ma anche per la collocazione: di solito, infatti, è rappresentato al centro del disegno ed attorno ad esso gravitano tutte le altre figure. Se il bambino, in un contesto di sufficienti stimoli, disegna tanti oggetti o personaggi separati tra loro senza alcun legame apparente è perché li percepisce come separati. Bisogna indagare su un possibile disadattamento psichico se la cosa si protrae con insistenza dopo gli otto anni.
Crescendo il bambino sviluppa progressivamente il concetto di prospettiva. I soggetti cominciano a poggiare su una linea di terra ed il cielo è una banda azzurra. Poco a poco la striscia celeste va a diventare un fondo pieno e compatto, in concomitanza della sempre maggiore padronanza del bambino sullo spazio che lo circonda. Un primo abbozzo di prospettiva si può avere quando più oggetti si trovano su più piani del disegno. Tuttavia il bambino non tiene conto della differenza di proporzioni tra un oggetto vicino ed uno lontano: lo spazio è solo un sipario che esiste solo in funzione della narrazione che si appresta a dare con la propria opera. Soltanto quando il bambino avrà raggiunto una maturità logica ed affrontato il frustrante problema delle linee diagonali nella prospettiva allora sarà in grado di aderire ad una visione realistica ed univoca dell'oggetto passando dalla valorizzazione soggettiva dei vari aspetti della rappresentazione ad una più oggettiva ma anche meno fresca e spontanea. Ricordiamoci quindi che gli errori di rappresentazione prospettica non sono altro che una cifra stilistica legata al percorso evolutivo del bambino, e non un limite da correggere a tutti i costi.
Amarti Lab. è uno spazio in cui è possibile lavorare su sè stessi. Sono Valentina Giovagnoli, laureata in Scienze dei Beni Culturali ed appassionata di arte. Ho frequentato una scuola di pittura per poi approdare ad un corso triennale di Arteterapia con metodo Anne Denner. Nel frattempo ho acquisito interesse verso la Mindfulness, le visualizzazioni creative, la meditazione terapeutica. Sono perciò diventata facilitatrice Mindfulness in modo da avere più strumenti al mio servizio.
giovedì 28 febbraio 2019
IL DISEGNO INFANTILE: I RAPPORTI TRA GLI OGGETTI E LA PROSPETTIVA
Etichette:
apprendimento,
arteterapia,
bambino,
creatività,
disegno,
disegno infantile,
evoluzione,
prospettiva,
spontaneità,
sviluppo
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento